Erodoto descrive tre diversi metodi di mummificazione che avevano prezzi differenti: semplice lavaggio e purificazione, iniezione di liquidi corrosivi o incisione ed estrazione degli organi. Quest’ultimo era il più costoso perché prevedeva, attraverso l’incisione addominale, l’estrazione degli intestini, dello stomaco, del fegato e dei polmoni. I reni, spesso considerati come sede delle emozioni, e il cuore, che serviva al defunto per essere giudicato, venivano ricollocati nel corpo svuotato. Anche il cervello era asportato, tramite un’incisione praticata nel cranio o attraverso le narici per mezzo di uncini e veniva sostituito da una calotta di metallo. Le viscere erano imbalsamate come il corpo e avvolte in bende separatamente. Il corpo veniva poi sistemato sotto mucchi di natron asciutto, un sale naturale che si trovava in abbondanza nel letto di un lago prosciugato nel Delta occidentale (l’odierno Wadi el-Natrun); il natron è composto essenzialmente di cloruro di sodio e contiene un’alta percentuale (17%) di bicarbonato di sodio, indispensabile per la riuscita del procedimento. Questo sale assorbiva, dunque, i liquidi del corpo che, dopo circa 40 giorni (Erodoto dice 70), diventava un solido guscio non più soggetto alla decomposizione.